Un articolo firmato Gabriella Costalunga di quasi 25 anni fa
TORTONA
-
..."Dimmi
di
un
uomo
la
cui
vita
è
andata
distrutta
e
dirò
mille
ragioni
per
cui
al
suo
posto
potresti
esserci
tu..."
Il
“re dei barboni” scrive poesie col
gessetto sui marciapiedi
TORTONA
-
«Canto
alla
vita,
a
questa
vita
che
il
mondo
butta
via,
come
mozziconi
di
sigaretta,
o
che
affoga
negli
urli
degli
stadi,
nella
violenza
o nella
droga.
Continuerò a
cantare
nel
mio
andare
randagio,
emarginato
e
solo,
beffato
e
umiliato».
Si
presenta
così
al
suo
interlocutore
attirato
soprattutto
dalla
sua
poesia
di
viandante
solitario, di
menestrello
instancabile
della
quotidianità
che si
affaccia
al
Duemila
con
occhi
attenti
ma
un
po'
spauriti.
E'
quella
quotidianità
che è possibile
ancora
trovare
dietro
gli
angoli
delle
nostre
città,
tra
un
marciapiede
e
l'altro;·è
quella
realtà
che
contraddistingue
la
società
dei
giorni
nostri
in
cui
lui,
Armando
Bruzzesi,
63
anni,
è
riuscito
a
ritagliarsi
uno
spazio
tutto
suo
che
fa di
lui
un
personaggio
in
ogni
senso.
Non
è
un
barbone
qualunque
ma,
come
tiene
a
precisare,
il re dei barboni.
Immediate
e
semplici
le
poesie
che
scrive
e
che
poi
lascia
esposte
sul
marciapiede
in
attesa
che
qualcuno
si
fermi
un
attimo
a
leggere
e
a
pensare.
Lo
ha
fatto
di
recente
anche
a
Tortona,
una
cittadina
alla
quale
dice
di
essere
particolarmente
affezionato
e
dove
ritorna,
di
tanto
in
tanto,
a
fare
un
giro.
Figura
minuta,
barba
lunga
e
capelli
bianchi,
occhi
vivaci e fuggitivi: sono
molti
nella
massa
quelli
che
non
riescono
ad
eludere
lo
sguardo
di
quest'uomo
dall'aria
quasi
profetica.
Così
lui
continua,
recitando
a
memoria: «Canterò
perché
tu
sei
un
re
anche
se
barbone,
in
un
mondo
vuoto
dove
non c'è
posto
per
i
poeti,
i
santi
e
i
sognatori.
Tu,
uomo
bambino,
in
un
mondo
chiuso
del
tuo
egoismo,
irresponsabile...».
Il
suo
passato
resta
avvolto
nel
mistero.
Sappiamo
solo
che
il
«re
dei barboni»
è
originario
della
Calabria
dove
ha
vissuto
durante
l'infanzia
e
la
giovinezza.
Poi,
forse
una
delusione
amorosa,
accompagnata
da
una
forte ed
irrefrenabile
voglia
di
fuga
e
di
cambiamento,
gli
ha
fatto
iniziare
un
nuovo
cammino:
la
«via
della
strada
e
dell'arte
di
strada»
che
ben
conoscono
i
madonnari,
gli
zampognari
e
tutti
quelli
che
la
gente comune
guarda
generalmente
con
diffidenza. «Da
allora,
non
ho
fatto
che viaggiare -
racconta
-
l'Italia
la
conosco
tutta;
strada
facendo dal
Sud
sono
risalito
fin
qui.
Vado
dove
mi
porta ilvento
e
adesso
giro
soprattutto
in
Piemonte
poi,
d'inverno,
mi
rintano
a
Milano
dove
ho un
piccolo
"rifugio".
Queste
poesie
sono
la
mia
vita,
le
ho
presentate
a
diversi
concorsi
ai
quali
ho
partecipato
e
sono
stato
chiamato
pure
in Tv,
in
emittenti
private,
e
così
in
Rai,
per
raccontare
la
mia
esperienza».
Una
vita
di
girovago,
senza
dubbio,
piena
di
avventure,
la
sua.
«Una
notte,
mentre
dormivo
alla
stazione
ferroviaria
-
dice
-
mi
hanno
rubato
le
scarpe».
Per
fortuna,
però,
non
tutti
i
suoi
incontri
sono
di
questo
tenore:
«Ho
avuto
la
fortuna
di
conoscere
una
persona
che ha
scelto
trecento tra
le
poesie da
me
scritte
in
questi
anni
di
"vagabondaggio",
insieme
ad altri
componimenti
e
testi
di
canzoni.
L'idea
è
quella
di
raccoglierle
in
un
libro,
il
mio
sogno
nel
cassetto.
Ho
già
pronto
il
nome:
"Libertà
e
Amore"».
E'
proprio
vero
che
la
vita
è
fatta
degli
incontri
più
incredibili,
che
spesso
non
mancano
di
lasciare
un
segno
indelebile.
Così
è
successo
anche
in
quanti,
dopo
averlo
incontrato
e
conosciuto,
gli
si sono affezionati
come
ad
una
sorta
di
saggio,
iniziando
a
scrivergli
centinaia
di
lettere.
Tra
di
essi,
la
maggior
parte
è
costituita
da
giovani
con
problemi
di
inserimento
sociale
e
di
emarginazione,
ma
altri
invece
sono
degli
anonimi
ed
insospettabili
cittadini,
quegli
stessi
che
gli
passano
accanto
di
fretta
e
che
non
hanno
neppure
tempo
per
fermarsi
a
leggere
e
pensare.
Quegli
stessi
che
gli
lasciano
cadere
qualche
mille
lire
sulla
frase
che
Armando
ama
lasciare
impressa col gessetto sull'asfalto: «Dimmi di un uomo la cui
vita
è
andata
distrutta
e
ti dirò mille ragioni
per
cui al
suo
posto potresti esserci
tu.
Grazie>>.
Gabriella
Costalunga
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