Ripubblico in queste pagine alcuni articoli di giornale usciti ventuno anni fa sulla mia permanenza a Bordighera e dintorni.
"Visita Ufficiale" con tanto di brindisi e discorsi
BORDIGHERA - Da qualche giorno lo si vedeva sul lungomare Argentina: seduto per terra, le gambe incrociate, la lunga barba candida ed uno zaino pieno zeppo di poesie. E ieri pomeriggio, Armando Bruzzesi, classe 1929, ufficialmente riconosciuto "re dei barboni" come si legge sulla carta d'identità che gli ha rilasciato due anni fa il Comune di Cerro Maggiore, ha voluto rendere omaggio ad un altro sovrano privo di blasoni e sangue blu: Giorgio I di Seborga, principe a furor di popolo del borgo alle spalle di Bordighera. A sua altezza, il re dei barboni ha voluto dedicare una poesia che parla della forza del destino e delle strane vie che portano al successo o alla rovina.
Ma, tra un brindisi e l'altro, come si usa fare nel Principato, ha voluto poi rendere omaggio a chi <si batte per la libertà del suo popolo e della sua terra>.
Bruzzesi è davvero un personaggio che non può passare inosservato. E ogni sera, da quando ha scelto l'asfalto di Bordighera per scrivere di getto poesie da dedicare al mondo, intorno a lui si raccolgono centinaia di giovanissimi. A tutti promette un libro di poesie: appena avrà voglia di stamparne uno.
Patrizia Mazzarello
SEBORGA Ieri l'incontro
Re dei barboni rende omaggio al Principe
Incontro storico ieri nella piazza del paese. Protagonisti due sovrani alquanto bizzarri.
A rendere omaggio al principe Giorgio I (Giorgio Carbone nato il 14 giugno 1936 e morto il 25 novembre 2009 nota di WDM) è infatti arrivato un altro personaggio: il re dei barboni. Armando Bruzzesi, 63 anni, lunga barba e capelli bianchi, è venuto da Pavia per consegnare a Giorgio I una pergamena: <Dimmi di un uomo la cui vita è andata distrutta e ti dirò 1000 ragioni per cui al suo posto potresti esserci tu>. Camicia rossa e foulard, sandali non ha voluto pranzare, ma ha comprato solo una fetta di gorgonzola e pane.
Il titolo di Bruzzesi è indicato sulla carta d'identità. <Professione: poeta, re dei barboni>. <Vive scrivendo poesie sulle strade e la sua dinastia ha leggi severe>, spiega Giorgio I. Il re dei barboni è arrivato a Seborga per dimostrare la sua stima al "collega" che lotta per assicurare l'indipendenza al suo popolo. d. bo.
W LE MICRONAZIONI E LA LIBERTA'
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