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sabato 16 agosto 2014

Firmato contratto con youcanprint

Il giorno 12 agosto 2014, ho firmato un contratto con la piattaforma digitale youcanprint che mi permetterà di mettere in vendita su vari siti l'ebook de " Il Tempo dell'Amore", opera che già molti amici affezionati possiedono in formato cartaceo.
Ho deciso di fare questa prova per vedere se è davvero utile avere una maggior visibilità sul web e se è vero che la poesia è una forma d'espressione che è difficile da proporre al pubblico anche attraverso aziende specializzate nel commercio elettronico.
Se dovessi ricevere un buon riscontro tra chi deciderà di leggere quest'opera in formato digitale, prevederei d'offrire anche le mie altre raccolte attraverso questo editore, altrimenti continuerò il mio progetto per autopubblicare il mio ultimo libro. "Le Margherite" che è quasi pronto, ma richiede ancora un po' di lavoro per sistemare alcune poesie, completare la ricerca dei soggetti, scegliere le fotografie che lo illustreranno e stendere un progetto grafico di pregio con uno stampatore di qualità che ho già contattato da tempo.
Il costo dell'ebook è popolare, spero che appena sarà disponibile in rete gli dedicherete un po' della vostra attenzione perché ho bisogno di denaro per poter sostenere il progetto de: "Le Margherite" che a detta di coloro che hanno già letto in anteprima qualche poesia, è ritenuta la mia opera migliore.

Una firma importante per il poeta vagabondo

Naturalmente, per chi volesse sostenermi finanziariamente per aiutarmi a portare a termine un progetto che attualmente non riesco a pagare interamente di tasca mia, sono sempre valide le mie coordinate bancarie che vi permetteranno d'effettuare una donazione, piccola, o grande, a seconda delle vostre possibilità economiche.

Dati del bonifico
Nome del beneficiario: Armando Bruzzesi
Iban: IT31C0100511300000000023637
Descrizione del pagamento: offerta pro re dei barboni

Amici, grazie per l'attenzione e l'affetto che mi avete mostrato da quando esiste questo blog, se potete, inviatemi un gesto tangibile del vostro apprezzamento, in seguito con i miei ringraziamenti  personali, provvederò ad inviarmi una delle ultime copie cartacee dei libri fin'ora autopubblicati.
Se lo desiderate, potete già prenotare il nuovo libro che spero di realizzare entro il prossimo anno.
Un caro saluto a tutti, Armando

Potete scegliere un libro tra questi titoli

martedì 21 gennaio 2014

Un fiore di Prato

Tanti anni fa, come ho già avuto modo di raccontarvi in precedenti pagine di questo mio diario che raccoglie gran parte dei miei scritti, pensieri ed immagini, vivevo a Prato e facevo il sarto. Eravamo agli inizi degli anni 1960, io ero ancora abbastanza giovane e pieno d'entusiasmo, credevo che lavorando avrei potuto dare dignità alla mia vita e già mi facevo strada nel mio settore: allora ero conosciuto come il mago del taglio perché mi bastava dare un'occhiata ai miei clienti per poi tagliare un vestito su misura, senza prendere le misure o fare alcuna prova. 
Non ricordo molto di quegli anni, so che ero sempre molto impegnato, abitavo in via Siena al numero 5, in una zona un po' periferica, ma il mio negozio era in centro, in via Santa Margherita, anche se non saprei più dire a che numero. Poco lontano, in via dei Saponai, conoscevo un materassaio molto bravo, un poco più grande di me, dal quale avevo acquistato dei materassi e col quale ogni tanto parlavo del più e del meno.
Lui, come capitava a quei tempi, già all'età di 15 anni aveva iniziato a lavorare come tappezziere per rivestire poltrone e divani,  si chiamava Loris Cangioli ed era nato nel 1922, era sposato ed aveva una bella bambina, sempre sorridente, che avrà avuto 5 anni.
Quel periodo a Prato e in altre città della Toscana lo ricordo come un bel momento della mia vita. Poi il mio destino cambiò ed io divenni un vagabondo.
Pur continuando a girovagare per l'Italia, già negli anni 1980/1990 mi fermavo spesso a Pavia, forse perché qui c'era un'attenzione particolare per le persone come me che riuscivano a trovare con facilità un letto dove dormire ed un piatto di minestra presso qualche struttura d'accoglienza per i poveri.
Non sempre si ricordano i volti che si incontrano, però è bello quando si viene accolti con un sorriso.
Negli ultimi anni, il Comune di Pavia mi ha concesso in affitto un piccolo appartamento in centro e mi segue, come segue molti anziani della città, con molta attenzione, non facendomi mancare niente. Io mi rendo conto di non essere più quello di un tempo, infatti raramente mi sposto da Pavia e solo se qualcuno mi accompagna. 
Sono indipendente, sono in grado di fare molte cose, ma certe volte quasi mi dimenticavo di mangiare o di occuparmi della casa. 
Da quasi un mese, due o tre volte alla settimana, il Comune mi manda una donna in aiuto per qualche ora, per preparami un piatto di minestra e per svolgere altri lavori.
Questa signora si chiama Tiziana e dice d'avermi incontrato nel 1996 a Pavia, quando io frequentavo il dormitorio pubblico di via Lunga e lei già svolgeva la sua attività come operatrice sociale.
Tiziana, nonostante sia a Pavia da più di 20 anni, ha un forte accento toscano, così le ho detto che anche io ho vissuto in Toscana per diversi anni. 
Parlando, scopro che lei è nata a Prato ed era la figlia di Loris, il mio amico materassaio.
Vengo a sapere che Loris morì nel 1979, che Tiziana ha un compagno scrittore e una figlia a Milano laureata in antropologia.

Cangioli Tiziana
Insieme a Tiziana

È bello ritrovare un amico o un amica, per me l'amicizia vera è una delle cose più importanti, non sempre vengo capito, ma non importa, cercherò di sintetizzare questo mio pensiero con una poesia che dedico a tutte le genti di buon cuore.

L'amicizia

L'amicizia è come un fiore
senza petali non ha colore
senza foglie non ha cuore
senza rugiada non ha umore
e senza terreno coltivato smette d'esistere
e di profumare.

Armando, re dei barboni

domenica 1 dicembre 2013

Continuano le cure

Oggi, scrivo solo qualche riga per aggiornare i miei amici, coloro mi seguono a distanza su internet e tranquillizzare tutti sulle mie attuali condizioni di salute, perché so che molte persone sono interessate alle mie vicende personali e si chiedono come stia andando la mia convalescenza.
Una decina di giorni fa sono stato dimesso dall'ospedale, le medicine che sto prendendo sono abbastanza forti, mi sento un po' debilitato, passo molto tempo a dormire, sono un po' stanco, ma non sto male. E' solo l'effetto di una terapia un po' aggressiva sul mio corpo non più giovanissimo. 
Finalmente, i medici che mi hanno analizzato sono riusciti a capire di cosa soffro, sono intervenuti e mi hanno detto che col tempo starò meglio, ma dovrò proseguire le cure ancora per un po'.
Mi hanno consigliato di farmi ricoverare presso una struttura sanitaria in Valtellina perché ho bisogno di tranquillità ed aria pulita, così, dopo qualche contrattempo per il reperimento di un posto letto, domani dovrei partire, accompagnato in automobile da una persona eccezionale che ho conosciuto di recente e mi sta aiutando moltissimo.
Ho dovuto un po' accantonare i miei progetti artistici, ma spero di poterli riprendere in mano al più presto, per fare le cose per bene.
Più avanti, vi racconterò qualcos'altro di quello che sto vivendo in questo periodo difficile.
Grazie a tutti per la vostra simpatia ed i messaggi d'incoraggiamento che mi inviate.
Un caro saluto, Armando

mercoledì 13 novembre 2013

Due immagini a confronto

Armando Bruzzesi, poeta 1989
Dominik Tatarka,  scrittore 1968

Non è mia intenzione paragonare artisticamente, o porre Armando allo stesso livello culturale di uno dei più grandi scrittori cecoslovacchi del secolo scorso, desidero solo proporre due immagini simpatiche che possono denotare un temperamento combattivo ed una certa ironia di fondo in due personaggi che hanno avuto tante cose da dire e diversi problemi da affrontare e, probabilmente, anche qualcosa in comune.
Casualmente, tempo fa, curiosando tra i documenti di Armando, come spesso mi capita di fare per trovare nuovi elementi che possano mettere in luce nuovi episodi della sua vita, o qualche verso inedito da poter utilizzare in questo blog, o da conservare per una nuova raccolta di liriche,  ho trovato una sua fotografia, credo scattata quasi una trentina di anni fa, o forse più, del re dei barboni in un atteggiamento un po' strano, ma divertente. Armando in questa fotografia era nudo non so bene in che stanza o in che edificio si trovasse (nemmeno lui seppe spiegare, quando lo interpellai per avere spiegazioni, su dove fosse durante quell'insolita esibizione), dalla presenza del rosario sul muro direi che potrebbe essersi trovato in un asilo notturno, oppure forse ospite dei suoi fratelli, se non in qualche dimora temporanea, ma questo, infondo è solo un dettaglio di poco conto. Il soggetto è illuminato dalla luce di un flash fotografico oppure di una lampada dalla luce intensa e mal orientata. Pur trattandosi di un'immagine non molto pulita, scattata da un fotografo anonimo, ho recuperato questo ritratto tagliando la parte inferiore dell'immagine dove si intravedeva parte del corpo in ombra, con il proposito di concentrare l'attenzione dell'osservatore sul volto e la mimica declamatoria tipica di Armando. 
Da poco, ho conosciuto l'importanza dell'opera e l'integrità morale di uno scrittore slovacco, simbolo di un popolo in uno dei momenti più difficili della sua storia. Effettuando delle ricerche sul web è emersa una fotografia di Dominik Tatarka che subito ho ricollegato a quella di cui vi ho appena parlato.
Qui, lo scrittore dissidente ha i capelli scompigliati, si trova in un esterno, seminudo, la luce proviene dalla sua destra ed anche in questo caso il rapporto di contrasto contribuisce a conferire una certa drammaticità alla scena. Tatarka sembra inveire contro qualcuno con la stessa espressione del nostro poeta vagabondo, tra l'infuriato ed il divertito, agitando un pugno in tono minaccioso, anziché tenere la mano semiaperta, come per offrire più slancio alle proprie parole, come fa Armando. Questa forse è la differenza più sostanziale (oltre alla presenza del rosario ed all'uso del B/N anziché del colore) tra due ritratti molto simili che accostati tra loro acquisiscono ancora più forza espressiva.
Continuando le mie ricerche sul web, ho trovato un duplicato di un provino a contatto ed ho scoperto che in realtà, anche la fotografia di Tatarka è stata reinquadrata per ottenere il taglio che vi ho proposto. Questo fatto, rende il parallelismo tra le due immagini prese in considerazione ancor più stretto ed insolito e mi induce a ricercare altre opere dello scrittore slovacco per conoscere meglio i suoi scritti e la sua vita. wdm_photo.

Il formato originale della fotografia che ritrae D. Tatarka, detto Tak. 
Si ringrazia www.webumenia.sk per le immagini qui riprodotte.








sabato 9 novembre 2013

Dopo l'intervento chirurgico sto meglio

Sono ancora ricoverato al Policlinico San Matteo di Pavia, sono qui esattamente da un mese, tutti mi trattano molto bene, prendendosi cura di me con dedizione e serietà. Sono stato operato per l'asportazione di un nodulo che verrà sottoposto ad analisi approfondite, le mie giornate sono un po' noiose, ma scorrono tranquillamente, passo il tempo leggendo e pensando alla mia vita, al mio futuro, a quello che ancora mi aspetta, con la speranza di poter portare avanti i miei progetti letterari ai quali tengo molto e mi danno la forza di andare avanti. Tra le tante difficoltà che ho dovuto affrontare, era piombata su di me questa nuova condizione di malattia indefinibile che mi ha molto preoccupato, ma che sento di poter sconfiggere. Adesso capisco perché negli ultimi tempi mi sentivo sempre debilitato, credevo si trattasse di un malessere psichico, di una forma subdola di depressione, invece il mio corpo ha espulso un malessere interno che covavo in me da anni, forse causato anche dal non aver avuto sufficientemente riguardo per me stesso e la mia persona. Ho avuto tanto amore per gli altri, ma ho finito per trascurare un po' troppo me stesso.

Sono ancora io o sono un'altra persona?

Non siete voi a guardare me,ma sono io a guardare voi!

Mi sento meglio

Insieme a Mattia

Ognuno di noi, nel corso della propria esistenza incontra molti dubbi alla ricerca della propria strada, io quando avevo circa 40 anni, l'età che ha adesso l'amico Mattia, o poco meno, cambiai tutto.  Allora capii che non ero destinato ad una vita semplice, ho molto sofferto ma questa sofferenza è stata frutto di una mia libera scelta e mi ha aiutato ad affrontare meglio la mia controversa personalità e ad elaborare meglio i miei pensieri.
La poesia per me è una forma d'espressione sintetica e vera alla quale non ho più potuto rinunciare; non servono tante parole per capirsi, ma è necessario toccare le corde giuste, anche se talvolta occorre esprimersi più con la fantasia e le immagini che con dei concetti precisi. 

Leggere è bello ed importante quanto scrivere

Soffro per non potermi muovere come vorrei, mi piace andare in giro per la città, scambiare due parole con tutti, fermarmi in un bar per mezz'ora e poi fare quattro passi in centro, so d'essere un po' irrequieto, però sono così, per me è difficile star troppo tempo fermo in un posto. Per fortuna la settimana prossima dovrei uscire da quest'ospedale.
Ringrazio gli amici che sono venuti a farmi visita, mi ha fatto piacere, anche se forse non ho pienamente dato questa impressione. Non mi piace essere di peso a nessuno, per questo tante volte accetto la solitudine come unica compagna.

 La vita ed i suoi segni

Siamo tutti perennemente alla ricerca di qualcosa, i più fortunati sanno quello che cercano, gli altri brancolano nel vuoto e come degli insetti impazziti vagano avanti e indietro ripercorrendo sempre le stesse strade, incessantemente.
Mattia vorrebbe andare in Australia, non gli interessa tanto quello che troverà, cerca un futuro come tanti giovani, o meno giovani che hanno intenzione di vivere autonomamente una propria avventura esistenziale e sono pronti ad accettare quello che la vita destinerà per loro.
Essere artefici del proprio futuro o subirlo passivamente?
Si può improntare il proprio percorso in tante maniere, ma ciò che realmente determina il nostro cammino è l'imponderabile, l'imprevisto, la sorpresa qualcosa che non si può programmare in alcun modo. Ho la massima stima per le persone che si sentono padrone del proprio destino, per coloro che sanno da sempre ciò che faranno, è importante avere fiducia in se stessi, nelle proprie capacità, avanzare nel mondo sapendo dove si vuole arrivare, ma agire in questo modo può anche precluderci tante bellissime possibilità e contatti casuali capaci d'arricchire il nostro spirito più che la nostra borsa. Trovare un equilibrio è fondamentale ed è quello che io auguro a tutti voi che mi seguite ed apprezzate le mie parole. L'avventura continua, domani saremo ancora insieme. Armando

giovedì 24 ottobre 2013

Intervento chirurgico

Oggi, Armando è stato operato per l'asportazione di un nodulo. A breve, sapremo riferirvi delle condizioni di salute del poeta. Gli amici di Armando.

martedì 15 ottobre 2013

Visita ad Armando

Armando questa mattina dopo la broncoscopia

Gli amici di Armando hanno pensato di far cosa gradita a chi ha iniziato a conoscere il poeta online, o a distanza, preparando un piccolo reportage fotografico su una mattinata in ospedale e riferendo delle condizioni di salute di un uomo molto amato dai suoi lettori. In questi giorni di silenzio, sono arrivati molti auguri di pronta guarigione e tanti nuovi amici che stanno scoprendo le poesie del re dei barboni e lo hanno contattato sulle pagine del suo blog per un saluto e per una parola di conforto. Armando ringrazia tutti coloro che gli hanno scritto e vuol fare sapere che al più presto tornerà a casa per rimettersi a lavorare al suo ultimo progetto editoriale intitolato: "Le Margherite"


L'ingresso Forlanini del Policlinico S. Matteo a Pavia

Questa mattina verso le 10 siamo arrivati all'ingresso Forlanini del Policlinico S. Matteo, uno dei migliori ospedali d'Italia. Il personale infermieristico ci ha subito indicato la stanza di Armando, ma prima d'incontrarlo abbiamo dovuto attendere che egli venisse sottoposto ad un esame endoscopico.

Padiglione Forlanini

Armando è ricoverato al Padiglione Forlanini, presso il reparto di Pneumologia. Padiglione 1, piano secondo.

Servizio di Endoscopia Toracica e Bronchiale

 L'esame è durato circa 30 minuti

Armando era sceso in reparto da solo, camminando sulle sue gambe, ma dopo l'anestesia si è spostato con l'aiuto di una sedia a rotelle e di un'infermiera molto gentile.

 Sull'ascensore

 Armando è stato riaccompagnato nella sua camera, la numero 14

La broncoscopia è un esame che consente di osservare direttamente le vie aeree, laringe, trachea e bronchi tramite una microcamera fissata all'estremità di un tubo flessibile composto di fibre ottiche.


 Dopo l'esame non si possono ingerire né liquidi né solidi per un'ora.


Armando s'è comportato molto bene e l'effetto dell'anestesia non gli ha creato problemi.

 Armando è in una bella stanza singola


C'è un po' di preoccupazione perché, per ora, i medici hanno escluso patologie contagiose, ma non hanno ancora dato una spiegazione precisa di che cosa abbia provocato la malattia del poeta.


Armando ci mostra un linfonodo molto ingrossato, accanto ce ne sono altri due di dimensioni meno evidenti.

 Speriamo tutti che la malattia di Armando sia presto curabile

 Salutiamo Armando per lasciarlo riposare, ma sappiamo che lui difficilmente resterà a letto senza fare niente.

Mattia si fermerà ancora qualche minuto con Armando

Presto, saranno disponibili gli esiti delle analisi e degli esami fatti da Armando, così sapremo esattamente che problemi ha il nostro caro amico. Sono state riscontrate delle macchie scure nei polmoni che in un primo tempo avevano fatto sospettare una patologia di tipo cronico emersa in un periodo di abbassamento delle difese immunitarie, ma questa ipotesi sembra da escludersi. Temiamo che ci possano essere problemi seri di salute, ma potrebbe anche trattarsi soltanto di un'infezione dovuta a motivi non precisati.
Armando ha condotto una vita molto difficile passando molto tempo al freddo per strada ed eccedendo in vari comportamenti poco salutari; personalmente sono abbastanza sorpreso che abbia superato indenne decenni di vita sregolata, malnutrizione e poca cura per se stesso. Il fatto che adesso finalmente abbia accettato di farsi ricoverare ed eventualmente di curarsi, lo considero come un serio tentativo di aggrapparsi alla vita in un momento particolarmente difficile ed importante per i suoi progetti artistici.
Dispiace che il figlio non approfitti di quest'occasione per riconciliarsi con suo padre e per favorire un ripensamento in questo senso divulghiamo queste notizie ed il numero di stanza di Armando, nella speranza che Giacomo Bruzzesi legga queste parole. Riteniamo che Armando potrebbe restare ricoverato per accertamenti sanitari fino al termine della settimana in corso.

giovedì 10 ottobre 2013

Notizie sulla salute di Armando

Armando lo scorso 26 settembre in piazza del Duomo a Pavia con "Le Margherite" dipinte da Guy De Jong


Sono Mattia, un ex missionario, ho lavorato con i poveri, i bisognosi, i clochard, fondamentalmente passo la giornata pregando e rendendomi utile a chi necessita aiuto, soprattutto  assistendo gli anziani. Conosco bene Armando il re dei barboni e posso dire che è una persona meravigliosa alla quale auguro una pronta guarigione, lo ricordo nella preghiera con San Pio da Pietralcina e San Giovanni Paolo II.
Ho trovato Armando piuttosto malato nel fisico, cammina a fatica, poi pare abbia in corso una patologia che potrebbe essere abbastanza seria. Ha dei noduli infiammati sotto la gola, ogni tanto ha dei dolori, ogni tanto sta meglio. Sono state fatte tutte le visite  che dovevano essere fatte, ma il responso non è ancora del tutto chiaro pertanto Armando è stato ricoverato presso il Policlinico San Matteo di Pavia per analisi più approfondite. Mattia G.


Mattia G. a casa di Armando il 26.09.13


Mattia e San Pio da Pietralcina






mercoledì 9 ottobre 2013

Ricovero in ospedale

Oggi Armando è stato ricoverato presso il Policlinico San Matteo di Pavia per accertamenti sulle sue condizioni di salute.

domenica 22 settembre 2013

Il Museo della Macchina da Scrivere conserva la mia vecchia Olivetti

Gli strumenti per scrivere non sono fondamentali per un poeta, a me basta un foglio di carta qualsiasi ed una matita vecchia, l'importante è scrivere. Come forse avrete già avuto occasione di capire osservando alcune riproduzioni degli originali che talvolta pubblico in queste pagine, quando mi faccio cogliere dall'estro creativo scrivo sul primo pezzo di carta che mi capita sottomano per fermare le idee ed, in seguito, rielaborarle un pochino quando lo ritengo necessario, ma capita che certe volte la prima stesura sia quella buona e poi serva solo trascrivere ciò che si è fatto. 
Da ormai più di 20 anni un mio caro amico mi aiuta a trascrivere le mie opere con l'ausilio del computer, anche per riordinare tutto e poi consegnare il lavoro salvato alla tipografia, ma anch'io come tutti gli scrittori ho usato una macchina da scrivere che circa 4 anni fa ho deciso di donare ad un museo molto particolare ed unico in Italia.
Umberto Di Donato è un ragioniere che ha capito l'importanza di raccogliere strumenti meccanici per la scrittura già tanti anni fa, addirittura nel 1959. All'inizio era una passione dettata forse da una forma di gratitudine verso degli apparecchi che utilizzava, come tantissime persone a quei tempi, per lavoro; col tempo la ricerca sistematica di pezzi rari diede vita ad una vera collezione, ora famosa nel mondo. Il Museo della Macchina da Scrivere nacque il 17 novembre del 2007, quando Umberto ritirò da un amico un negozio a tre luci in via Luigi Federico Menabrea, 10 a Milano ed iniziò ad esporre pubblicamente le sue amate macchine per la scrittura.

Umberto Di Donato s'affaccia all'ingresso del suo museo

Nel Museo della Macchina da Scrivere, tra tanti pezzi rari, ci sono gli strumenti utilizzati personalmente da personaggi importanti, come scrittori, giornalisti, parlamentari, professori ed anche la macchina da scrivere di un umile vagabondo, ovvero la mia vecchia Olivetti Et Compact 60, una macchina elettrica molto facile da usare ed abbastanza silenziosa.

La mia Olivetti Et Compact 60

Umberto ha raccolto negli anni più 1200 apparecchi per scrivere, non sono tutti esposti al museo perché manca lo spazio per farlo e molti  pezzi doppi vengono prestati per eventi o manifestazioni di vario tipo organizzate dal museo o da altri.  Per me è un onore ed un piacere vedere la mia Olivetti esposta, insieme ai miei libri, tra tante macchine che hanno contribuito a velocizzare la scrittura, divulgare tanti documenti e rendere più chiari i contenuti di quello che si ha da dire. 
Negli anni, in tanti hanno buttato in discarica quelli che, dopo l'avvento del computer erano considerati soltanto degli strumenti obsoleti, ma che adesso sono diventati rari e ricercati anche da altri musei pubblici che non hanno avuto la stessa lungimiranza di Di Donato.
Perfino il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano ha proposto di acquisire (a zero euro) la collezione personale di Umberto, ma lui pur avendo tante spese per questa sua passione ed offrendo a tutti i visitatori l'ingresso gratuito al suo museo, ha declinato una tale proposta e prosegue unicamente con le proprie forze economiche, coadiuvato da alcuni volontari che ricevono i visitatori, a tenere aperto uno spazio unico in Italia che di recente ha fornito 64 macchine da scrivere ad una produzione di raicinema che per titolo aveva nientemeno che: "Olivetti, la forza di un sogno". E' un po' triste che nemmeno la Olivetti abbia saputo conservare le macchine prodotte nei propri stabilimenti, ma così vanno le cose nel nostro paese, se non fosse per l'iniziativa privata di qualche individuo dalla mente sveglia, ben poco rimarrebbe nel tempo delle opere dell'ingegno italico.

Il Museo di Umberto Di Donato è un luogo molto interessante sul quale vorrei ritornare in futuro per raccontarvi meglio dei pezzi qui conservati ed esposti; per ora posso dirvi che tra le macchine da scrivere esposte troviamo la Odell del 1887; la Williams 1 Curved del 1891 della quale furono costruiti solo 1650 esemplari; la Blockenasderfer del 1895; la Mignon AEG del 1903; la Perkins Brille della fine del 1800 per non vedenti. Molte macchine commemorative, speciali, come un apparecchio per scrivere in codice braille, o altri strumenti usati per scrivere in diversi alfabeti come l'alfabeto ebraico, l'arabo, il cinese e il cirillico. Non mancano altre preziose curiosità come macchine da scrivere giocattolo, o calcolatrici meccaniche di inizio 1900, o apparecchi di vario tipo, come proiettori cinematografici, macinini da caffè e macchinette per la compilazione delle schedine della sisal.

Se avete intenzione di visitare il museo di via Menabrea 10, potete farlo nelle giornate di apertura: martedì, venerdì e sabato, dalle 15 alle 19. Oppure potete fissare un appuntamento telefonando ad Umberto Di Donato al seguente numero di telefonia mobile: 347.8845.560

Armando Bruzzesi