Un piccolo corpo galleggia in mare dopo l'esplosione di I-Tigi nel volo IH870
Immagine elaborata di una fotografia apparsa sui giornali e sul web
E'
qui caduto
l'airone
sacrificato alla morte.
Frammenti
di cometa
strappati
dal suo cielo
in
nome di una ragion di stato
che
si fa beffe dei suoi figli.
Dopo
30 anni di dolore e
di
menzogne
se
non fosse per
l'affetto
dei loro cari
delle
81 anime scomparse
esplose
in un boato
nulla
più rimarrebbe.
Armando Bruzzesi
Armando Bruzzesi
Il 27 giugno del 1980, un McDonnell Douglas DC9 della compagnia aerea privata Itavia esplose in volo in prossimità dell'isola di Ustica, morirono 81 persone, tra le quali 13 minorenni.
L'incidente aereo apparve subito molto insolito e si parlò fin dai primi momenti di una possibile bomba o, peggio di un missile, come causa dell'esplosione.
Le istituzioni italiane, così come i responsabili delle forze militari della Nato, s'attivarono immediatamente per occultare prove e testimonianze che potessero far emergere una chiara spiegazione di ciò che avvenne quella sera nel tratto di cielo tra Ponza e Ustica.
In seguito, si parlò di un'operazione di guerra nello scenario del Mar Mediterraneo, in cui nel tentativo di abbattere un Mig libico con a bordo il Colonnello Gheddafi, erroneamente venne abbattuto un aeromobile civile.
Si seppe che il governo italiano, per agevolare i rapporti con la Libia che dal 1976 era diventata azionista di Fiat, autorizzava il sorvolo del territorio nazionale, e del suo spazio aereo, da parte di aeroplani militari libici che abitualmente seguivano aeroplani civili per non essere rilevati dai radar militari della Nato.
A quell'epoca la manutenzione dei Mig libici veniva effettuata in Jugoslavia.
Nel 1988 a Ramstein, in Germania, durante un'esibizione aerea delle Frecce Tricolori, il Tenente Colonnello Ivo Nutarelli, a seguito di cause mai potute verificare per gli effetti distruttivi dell'impatto, volò ad una quota diversa da quella prevista, ad una velocità superiore a quella che avrebbe dovuto mantenere: a causa di questi errori (forse dovuti a strumenti manomessi?), si verificò una collisione aerea che coinvolse tre Aermacchi MB-339. Nell'incidente morirono 67 persone a terra e 3 piloti della pattuglia acrobatica: Ivo Nutarelli, Mario Naldini e Giorgio Alessio.
Ivo Nutarelli e Mario Naldini la sera del 27 giugno 1980 erano a bordo di un Lockheed TF104G dal quale partì un segnale di allarme generale, mentre volavano in prossimità del DC9 dell'Itavia.
Secondo Antonio Arconte, ex agente segreto del SID, Ivo Nutarelli e Mario Naldini abbatterono il Mig 23 ritrovato a Castelsilano il 18 luglio 1980.
Nel 2010, nel trentennale della strage, Armando ha voluto ricordare le vittime con un suo pensiero personale. Note di T.G.
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