I versi del re barbone
<Per
tutti vorrei scrivere un mio verso e quindi con un urlo primordiale
scagliarlo verso il cielo>. Questi versi sono tratti da Preghiera
di Poeta, una delle tante poesie
di “Libertà e Amore”, il secondo libro di Armando Bruzzesi (in
realtà era il primo. Nota di wdm_photo).
Detta
così la cosa potrebbe sembrare senza importanza perché come si sa
l'Italia è il paese dei santi, dei poeti e dei navigatori. Ma è la
storia di Armando, 69 anni, che merita di essere raccontata,
soprattutto adesso che siamo alla vigilia della pubblicazione del suo
terzo libro, dal titolo provvisorio: “Sofismi” (il terzo libro di
Armando s'intitolerà poi “Il tempo dell'Amore” e precede di poco
la stampa del quarto libro: “Fiori e Pensieri”).
L'uomo,
noto soprattutto come il “re dei barboni” ha fatto della strada
il suo regno e nonostante questa scelta di libertà estrema, non
smette di esprimere in versi le sue speranze, le sue angosce e le sue
gioie. <Per me le poesie non sono campate in aria, ma frutto delle
esperienze vissute sul marciapiede, altri versi esprimono i miei
sogni, altri ancora sono delle canzoni nate in tutti i momenti della
mia vita>. Ancora una volta, Armando affida alla cooperativa “Casa
del Giovane” la pubblicazione dei suoi libri. <Sto completando
il terzo libro, ma ho già in cantiere anche il quarto. Purtroppo per
i costi posso stampare solo mille copie. Come gli altri, anche questi
due libri parlano un po' di tutto e la poesia rimane il mio modo di
espressione>. In città sono in molti a riconoscere Armando quando
passa. La sua folta barba bianca, oltre al suo modo di vestire, è il
suo segno di riconoscimento. La sua notorietà supera i confini
della pavesità e a testimonianza di tutto questo sono le numerose
lettere che riceve da ogni parte d'Italia. Il “poeta vagabondo” è
senza dubbio la dimensione del modo di dire: <La poesia è lo
specchio dell'anima>.
La
lettura prosegue sulla copia della dall'articolo di Bakolo Ngol che
nella seconda parte diventa più chiara e facilmente leggibile.
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