Leggere
il quotidiano è divenuta improba fatica; labili interpretazioni come
processi ingordi annunciano in sfatte forme equilibri cercati.
Il
germe malato siede tranquillo nelle teste benpensanti lucide di
dimenticanze.
Ora
tu continui a tacere e come smarrito in ascolto dipani giochi nel
vento.
Scende
la neve, carica e densa si accumula sui prati, ma su nei monti
prepara
valanghe nelle morte stagioni.
Uomini
grigi intessuti di bonomia ammassano in risentite rive
costruiti
malasseri.
Radici
mobili contengono ancora effetti marciscenti di scorie lontane.
Protestar
di cuore non basta, le voci spezzate hanno risonanze incredule.
Viaggiano
gli sgherri del male, ma muta la realtà rimane.
Instabile
l'equilibrio sopravvanza ogni forma nella miseranda palude
di
antichi arrivismi.
A. B.
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